Presentazione corso


Viviamo in un mondo schizofrenico, in cui da una parte siamo subissati da messaggi che ci invitano a consumare ogni ben di dio più o meno surgelato, dall'altra ci ripetono che ci alimentiamo male, che dobbiamo tornare alla sana tradizione di una volta quando la carne la si mangiava una volta alla settimana, se andava bene.
Siamo qui per chiarirci un po' le idee e per sperimentare una cucina che vuole essere si sana, ma gustosa, felice, intrigante e facile.
Verificheremo come alimenti e ricette differenti, sorte dalle diversità geografiche e di struttura sociale, siano in effetti molto simili e come prodotti, per noi nuovi e strani, che appartengono alla tradizione di paesi lontani, possano essere salutari.
Questa non è la sede di cucine estreme che promettono risultati eclatanti quali la vita semieterna perché curano tutte le malattie o che ci regalano un fisico da ventenni, ingozzandoci di proteine che poi ci scassano i reni.
Un po’ più magri, forse. Un po’ più felici sicuramente..
CINQUE sono i punti cardine della nostra cucina
· stagionalità: ogni prodotto dal il massimo di se in un determinato periodo dell’anno:
il maiale si ammazza a novembre,
le cozze non si mangiano nei mesi con la “R”
i pomodori non si mangiano a Natale
l’uomo ha osservato la natura per millenni e ne ha tratto delle regole che possono farci sorridere, ma che oggi sono avvalorate da spiegazioni scientifiche. Insomma che i pomodori o le pesche non si debbano mangiare a Natale è lampante perché o arrivano dall’altro emisfero o sono stati forzati con talmente tanti prodotti chimici che ad ogni boccone ingeriamo un bel po’ di veleni. È vero che anche in stagione vengono utilizzati molti veleni, ma non tanti quanto nei prodotti che nascono lontani dal loro periodo naturale.
Ovviamente il rispetto della stagionalità permette di reperire al miglior prezzo tutti i prodotti.
· Biologico: Detto questo sarà ovvio che cercheremo di utilizzare materia prima contaminata il meno possibile perciò biologica o a lotta integrata (e cioè che non ha subito dei trattamenti preventivi e che ogni intervento è stato attentamente calibrato sulla reale necessità e, soprattutto, non ha ricevuto trattamenti conservativi post-raccolta), cibo biologico vegetale di certo, ma, mi raccomando, anche animale.
Non darò spiegazioni ulteriori per quanto riguarda il biologico, che ormai è alla portata di tutti, ma voglio sottolineare che sebbene sia difficile ottenere un biologico al 100%, perché le coltivazioni confinanti non lo sono sicuramente, si immettono meno veleni nell’ambiente e nelle falde acquifere.
Non confondiamo il mondo del biologico con un generico “buonismo” nei confronti della natura: biologico è un business per chi lo fa e lo vende, ma ci porta molti vantaggi perciò alimentiamo pure questo business.
Prodotti vegetali: Utilizzo di alimenti vegetali: più cibo vegetale meno colesterolo è un’equazione che “viene” sempre!
Vi voglio anche passare due dati che ho tratto da un interessante libro di cucina “LA CUCINA ETICA” Barbero-Cattelan-Sagramora ed. SONDA:
<<… occorrono 1200 kg di cereali e 2000 litri di acqua per produrre 250 kg di carne ad uso alimentare…>>
<<…il rapporto è di circa 10 a 1: una bistecca può saziare un solo individuo, con un chilogrammo di cereali possono mangiare una decina di persone…>>
Prodotti integrali: Privilegiare l’utilizzo di prodotti integrali, cioè non raffinati, cioè non privati di quelle sostanze nutritive che poi andiamo a ricercare negli integratori o nei probiotici.
· Filiera corta Farmer Market: Nel Lodigiano esiste la possibilità di acquistare direttamente dai produttori con un risparmio che dovrebbe aggirasi attorno al 30%.
Farmer Market - varata la legge che istituisce i mercati agricoli:

è entrato in vigore il Decreto Ministeriale che permette l'istituzione dei Farmer Market: attività che vede coinvolti gli imprenditori agricoli nella vendita diretta dei propri prodotti. Il testo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2007, prevede che i comuni, di propria iniziativa o su richiesta degli imprenditori agricoli, possano istituire o autorizzare i mercati agricoli per la vendita diretta. I soggetti autorizzati a prendere parte a tali mercati sono imprenditori di aziende agricole ubicate nella stessa regione ed i prodotti, inoltre, devono provenire dalla propria azienda o da quelle di eventuali soci dell'imprenditore. La vendita dei prodotti può essere accompagnata da iniziative culturali e didattiche.
La filiera corta, così viene definita la vendita dei prodotti alimentari da parte degli stessi produttori, potrebbe modificare le abitudini d'acquisto dei consumatori, i quali potranno optare per una selezione dei prodotti tipici a prezzi più bassi (il risparmio si aggira sul 30%), a due passi da casa.
Nel Lodigiano ci sono già 30 spacci agricoli

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